Il peso emotivo del caregiver
Il peso emotivo del caregiver

L’incremento dell’aspettativa di vita ha portato con sé anche una controparte difficile da affrontare: l’aumento di patologie degenerative tipiche dell’età anziana. Tra di esse vi è sicuramente la demenza, una malattia che conduce, nel tempo, ad una progressiva non autosufficienza ed alla necessità di un aiuto esterno via via sempre più importante.

Una condizione, che, come vedremo più avanti, subisce dei cambiamenti, oltre che nell’avanzare del tempo, anche a livello della stagionalità in cui si vive. Ottobre e l’autunno, infatti, sono spesso accompagnati anche da nuovi cambiamenti, difficili da affrontare.

In questo scenario è evidente la grande rilevanza della rete familiare. Un supporto necessario e irrinunciabile, soprattutto in situazioni, in cui non è possibile accedere a strutture residenziali o semi-residenziali per i più svariati motivi.

È qui che entra in gioco la figura del caregiver.

CHI È IL CAREGIVER?

Il significato del termine inglese “caregiver” è “colui che si prende cura”. È una parola, che, oggi entrata nel linguaggio comune, si riferisce a tutti quei familiari, che assistono nelle varie attività della vita quotidiana il proprio caro portatore di difficoltà cognitive, fisiche o emotive.

La vita del caregiver di una persona anziana è sconvolta ben prima dell’effettiva diagnosi di demenza. Pensiamo a quando le dimenticanze si fanno sempre più marcate, si iniziano a notare troppi errori nel linguaggio oppure accade che il proprio caro non riesce più a trovare la strada di casa perché disorientato.

È in questi momenti che, nel familiare, spesso il coniuge o il figlio, nascono le prime preoccupa zioni e sospetti. È qui che ha inizio il lungo percorso, che porterà prima ad una diagnosi di demenza e, successivamente, a vivere una serie di perdite e lutti, che non colpiscono esclusivamente il malato, ma anche il caregiver.

DIAGNOSI DI MALATTIA CRONICA/DEGENERATIVA

Ricevere una diagnosi di demenza sconvolge qualsiasi famiglia. Parliamo, infatti, di una malattia che non ha una cura e che porta ad un peggioramento progressivo in diverse abilità della vita quotidiana.

Emergono, quindi, nel caregiver reazioni differenti: paura, impotenza, rabbia, rifiuto della malattia, … e si è tormentati da domande, a cui è difficile, se non impossibile, dare una risposta certa:

  • Fino a quando riuscirà a vestirsi o a mangiare da solo?
  • Per quanto tempo mi riconoscerà?

CE LA FARÒ AD AFFRONTARE TUTTO QUESTO?

Con il progredire della malattia queste pesanti emozioni cambiano, si attutiscono o si ripresentano, portando il caregiver a vivere perennemente come se fosse sulle montagne russe: ogni nuovo sintomo o difficoltà è un duro colpo da accettare. Senza dimenticare che, a seconda della stagione, vi sono delle ripercussioni sulla vita quotidiana, che ora scopriremo insieme.

COSA AVVIENE IN AUTUNNO NELL’ANZIANO CON PATOLOGIA DEMENTIGENA?

In autunno le giornate si accorciano e il momento in cui il sole tramonta arriva sempre più presto. Questo comporta dei cambiamenti anche in ognuno di noi. Basti pensare ad una maggiore sonnolenza, minori energie rispetto all’estate oppure ad una difficoltà più marcata a svegliarci al mattino. Se noi viviamo simili sconvolgimenti nella nostra giornata, proviamo ad immaginare cosa può accadere ad una persona con demenza. La diminuzione di luce solare può, infatti, accentuare una situazione già preesistente di disorientamento, confusione o agitazione. Tale condizione psico-fisica è chiamata sindrome del tramonto (o sundowning syndrome per gli addetti ai lavori). Agitazione, confusione, talora deliri, compaiono nel momento pomeridiano/serale, in cui il cala il sole e il buio avanza. È in questo momento che ci possiamo accorgere con particolare evidenza dell’emergere o dell’aggravarsi di episodi di disorientamento spazio-temporale, comportamenti aggressivi ed insistenti, difficoltà nel formulare un discorso, allucinazioni visive e/o uditive, ecc. In questi momenti vi consigliamo perciò di rispettare il più possibile la scansione della giornata (orari di sonno, risveglio e pasti), anticipare l’orario del riposo, svolgere le attività principalmente al mattino, mantenere la casa ben illuminata e prediligere attività pomeridiane rilassanti e tranquille.

STRATEGIE PER AFFRONTARE LA MALATTIA DEL FAMILIARE ANZIANO

Vediamo ora insieme alcuni suggerimenti che il caregiver può utilizzare per fronteggiare nel miglior modo possibile questo momento della vita:

  • Cercare supporto da: familiari, amici, professionisti della salute mentale, gruppi di auto mutuo aiuto o Associazioni che si occupano di questa malattia.
  • Prendersi cura dei propri bisogni (dormire adeguatamente, mantenersi fisicamente attivi, mangiare il più sano possibile, …): in questo modo si è più forti a livello psico-fisico e più efficienti come caregiver.
  • Cercare di normalizzare ed accettare la nuova situazione (anche attraverso un aiuto o un supporto esterno).

 

a cura di: Dott. Ruggeri (Medico Geriatra - Psicoterapeuta), Dott.ssa Busato (Psicologa e Pedagogista), Dott.ssa Cecchinato (Psicologa)