E se fossi celiaco?
E se fossi celiaco?

La diagnosi di intolleranza al glutine non è sempre facile e immediata. I campanelli d’allarme devono indurci ad indagare. Importanti sono i controlli periodici dopo la diagnosi.


Le diagnosi di celiachia in Italia, a fine 2014, restano al di sotto del 30% del totale atteso (poco più di 170 mila a fronte delle 600 mila calcolate, secondo la stima che l’1% della popolazione mondiale è celiaca) ed aumentano a tasso decrescente.

Questi i dati diffusi dall’ultima Relazione Annuale al Parlamento del Ministero della Salute, che mettono sotto i riflettori l’importanza della diagnosi per un percorso di benessere in presenza della malattia celiaca, insieme al follow-up.

Obiettivo: tenere sotto controllo l’insorgere di altre patologie autoimmuni e di complicanze, seppur rare, come ci spiega il prof. Gian Vincenzo Zuccotti, Consulente Scientifico di AIC (Associazione Italiana Celiachia) Lombardia Onlus.


La diagnosi di celiachia non è sempre facile e immediata. Quali sono i campanelli d’allarme che devono indurci ad indagare?

La malattia celiaca, caratterizzata da un’intolleranza permanente al glutine, può manifestarsi a qualsiasi età, in soggetti geneticamente predisposti e con sintomi molto diversi da caso a caso.

La forma tipica del bambino esordisce nei primi 6-24 mesi dopo l’introduzione del glutine nella dieta, con sintomi gastrointestinali quali diarrea, distensione addominale, vomito ricorrente e scarsa crescita ponderale.

Ma questa forma chiamata anche “celiachia classica” sta diventando ormai rara, mentre è in aumento l’incidenza della formatardiva, in bambini più grandi, sottolineata da sintomi gastrointestinali tipici e atipici (stitichezza, anoressia), oppure manifestazioni extra-intestinali quali stanchezza, irritabilità, cefalea e alterazioni agli esami del sangue (carenza di ferro, aumentodelle transaminasi).

Altre spie della celiachia possono essere sintomi a carico del cavo orale (aftosi orale ricorrente, alterazioni dello smalto dentario) e della cute (dermatite erpetiforme) e, in età adolescenziale, il ritardo dello sviluppo puberale oppure, nel sesso femminile, l’arresto dei cicli mestruali.

Nell’età adulta, oltre ai sintomigastrointestinali ed extra-intestinalicitati, possono verificarsi infertilità, aborti spontanei e osteoporosi, dovuta alla scarsa mineralizzazione ossea.


Perché è importante sottoporsi a controlli periodici dopo la diagnosi?

Il follow-up della celiachia è estremamente importante innanzitutto per verificare che la dieta priva di glutine sia seguita correttamente essendo ad oggi l’unica terapia per trattarei sintomi e le alterazioni intestinali causate dalla malattia, ma anche per il monitoraggio dello sviluppo di malattia autoimmunitaria associata, come la tiroidite autoimmune.

Nell’età pediatrica, inoltre, il follow-up è importante per tenere sotto controllo la crescita staturo-ponderale e lo sviluppo puberale.

In età adulta, invece, i controlli clinici nel tempo sono mirati anche ad individuare il possibile manifestarsi di complicanze, neoplastiche e non.


Quali relazioni ci sono tra la celiachia e l’insorgere eventuale di altre malattie autoimmuni?

Numerose sono le patologie associate alla celiachia e fra queste unruolo importante riguarda le malattie autoimmuni: diabete mellito tipo I (DMT1), tiroiditi, epatiti e miocarditi autoimmuni, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, ma anche malattia di Addison, malattia di Sjögren, miastenia grave.

La forma più frequentemente associata alla celiachia è il DMT1, in quanto condivide con la celiachia la stessa predisposizione genetica per gli alleli DR3/DR4 e DQ2/DQ8 del sistema maggiore di istocompatibilità di classe II.

Recenti studi epidemiologici hanno documentato come la malattia celiaca sia evidenziabile dall’1,5% al 10% dei soggetti affettida DMT1 e che la prevalenza media dell’associazione celiachia-DMT1 sia tra l’4.1% e il 6.5%.

Oltre alla comune predisposizione genetica, esistono altre ipotesi riguardo alla loro associazione, ancora in fase di approfondimento: la precoce introduzione del glutine nella fase del divezzamento sarebbe all’origine delle due patologie; la mucosa intestinale dei soggetti diabetici presenterebbe una risposta infiammatoria simile a quella dei soggetti celiaci; il glutine potrebbe innescare la reazione infiammatoria-autoimmunitaria responsabile del DMT1.


Le complicanze: quali sono, in quali casi si verificano, che ruolo ha l’aderenza alla dieta?

La principale complicanza della celiachia in età pediatrica è la ridotta crescita staturo-ponderale, spesso conseguenza di una scarsa aderenza alla dieta priva di glutine.

In età adulta, invece, specie se la celiachia viene diagnosticata tardivamente e non viene trattata con dieta rigorosa, possono verificarsi complicanze a lungo termine quali l’osteoporosi, la celiachia refrattaria, la digiuno-ileite ulcerativa, la sprue collagenosica e il linfoma intestinale non-Hodgkin.




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